La mia prima esperienza con il cateterismo intermittente

Iniziare a praticare il cateterismo intermittente (CIC) è un’esperienza molto importante, che aiuta a riprendere il controllo della propria vescica e della propria routine. Lasciamo la parola a una nostra utilizzatrice, che ci racconta la prima volta che ha praticato il cateterismo intermittente e di come il CIC l’abbia aiutata a ritrovare la serenità.

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Voi ricordate la vostra prima volta? La prima in cui avete usato un catetere per svuotare la vescica? Io la ricordo ancora molto chiaramente, come fosse ieri.

Quando all'improvviso ho smesso di urinare in maniera normale non ho osato parlarne con il mio medico. Mi vergognavo così tanto. Ho iniziato a bere meno, così da non dover andare spesso in bagno, ma riuscire a urinare è diventato sempre più difficile. Ho provato ogni espediente per cercare di costringermi a fare pipì e all'inizio sembrava funzionare, ma con il tempo è andata sempre peggio e alla fine non ci riuscivo più.

A causa di questa situazione nella mia vescica si accumulava sempre più urina. E come forse saprete, l’urina residua nella vescica rappresenta un pericolo per la nostra salute, perché può causare cistiti. Per via dell’urina accumulata ho sofferto di una colica renale che mi ha causato dei grandi dolori.

Alla fine non ho avuto scelta: ho dovuto parlarne perché mi serviva aiuto. Mi sono quindi recata in ospedale e dopo numerosi esami il medico mi ha detto che per prima cosa avrei dovuto iniziare a usare un catetere a dimora, che sarebbe rimasto costantemente attaccato al mio corpo, per poi inseguito imparare a praticare l'autocateterismo.

Ho iniziato a immaginare come sarebbe stata la procedura e a farmi un sacco di domande: dovrò farlo da sola? Ma come? Sono uscita dall’ospedale con la mente occupata da questi pensieri.

La mia disfunzione vescicale era legata all’acutizzarsi della sclerosi multipla. Molte condizioni neurologiche, inclusa la sclerosi multipla, possono infatti influire sulla funzionalità della vescica.

 

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Dopo un mese, quando la situazione è rientrata nella norma, l’urologo ha stabilito che ero pronta per provare il cateterismo intermittente. Un’operatrice sanitaria è venuta a casa mia e mi ha spiegato la procedura in maniera pacata e chiara, che mi ha messo davvero a mio agio. Quando è arrivato il momento di andare in bagno ero piuttosto nervosa, ma ero anche felice di non essere da sola.

Per prima cosa mi sono lavata accuratamente le mani, per prevenire l’insorgere di infezioni. Poi mi sono seduta sulla toilette per rimuovere il catetere a dimora. Il cuore mi batteva forte. L’operatrice mi ha spiegato tutto in maniera molto chiara e il resto dipendeva da me. Ho preparato il mio primo catetere, ho attaccato la confezione al muro con l’adesivo incluso, in modo da estrarlo in maniera igienica grazie all'impugnatura che si trovava all'estremità del catetere. Fino a qui tutto è andato secondo i piani.

A quel punto mi sono seduta dritta e ho usato uno specchio in modo da vedere meglio l’uretra, ma non sono riuscita a trovare il punto esatto per l’inserimento, né al primo né al secondo tentativo. Allora sono diventata sempre più nervosa. L’infermiera invece è rimasta calma e ha iniziato a darmi degli altri consigli, per esempio l’angolazione in cui tenere la mano o le diverse posizioni del bacino. E infine, non riuscivo a crederci, mi ha dato una piccola torcia. Le ho chiesto cosa dovevo farci e lei sorridendo mi ha risposto che avrei dovuto sdraiarmi e usare la torcia per osservare ancora meglio l’uretra.

In questo modo sono finalmente riuscita a vedere la mia uretra e sono così riuscita a inserire il catetere. Ho sentito l’urina scorrere nel wc ed ero al tempo stesso contentissima e sorpresa di me stessa per essere finalmente riuscita a svuotare la vescica da sola! Sapevo che da quel momento in poi avrei usato questo metodo per svuotare la vescica. Era persino più facile di quanto pensassi. L’infermiera mi ha dato i suoi contatti, in modo che potessi chiamarla in caso dovessi incontrare qualche problema o se avessi avuto delle altre domande.

Ogni volta che andavo in bagno diventavo sempre più pratica, tanto che oggi potrei farlo a occhi chiusi. Urinare in questo modo è diventata per me la cosa più normale del mondo.

Non dimenticherò mai la mia prima esperienza con il cateterismo intermittente (CIC), perché è così che sono riuscita a riconquistare la libertà di viaggiare e di seguire le mie passioni. E soprattutto mi permette di bere tranquillamente, senza più preoccuparmi se poi dovrò andare in bagno.

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