Ad Anna è stata diagnosticata la sclerosi multipla a 40 anni, poi ha subito la rottura di una vertebra L4 e da lì la situazione è peggiorata. A gennaio 2020 ha iniziato il cateterismo intermittente (CIC) mentre era in riabilitazione presso una struttura specializzata.
Hanno iniziato a propormi il CIC facendomene provare vari tipi, diversi. Poi un giorno è arrivata una infermiera e mi ha detto: Prova questi! Me li hanno appena portati!
Li ho provati e li ho scelti! Prima di tutto per il colore: il viola-lilla è il mio colore ho anche la carrozzina di quel colore! E poi per la comodità: sono piccoli, stanno benissimo in borsa, non si capisce cosa siano. Sono pratici: lo specchietto all’inizio è stato indispensabile, comodissimo perché sta sulla gamba da solo e poi è bellissimo. Ora uso l’impugnatura soprattutto fuori casa, quando ho bisogno di maggior igiene e controllo
Un mio amico vedendolo in borsa mi ha chiesto cosa fosse ed ho risposto - è una penna! Poi gli ho spiegato di cosa si trattava e lui ha risposto – ah, non l’avrei mai detto! E io nemmeno che potesse esserci un catetere così!
Il CIC per me è libertà prima non programmavo nulla, non uscivo mai o al massimo solo se ero certa di avere un bagno comodo e vicino. Il bagno era un vincolo per tutto. Non è stato facile accettarlo, anche perché in ospedale è stressante (devi farlo agli orari che vogliono loro, misurare continuamente etc…) poi a casa ho trovato il mio equilibrio e mi organizzo come voglio.
Ora sono libera di andare in pizzeria e non chiedere il tavolo vicino al bagno, di fare una crociera, andare ad un concerto, programmare una seduta dal tatuatore, comprare un costume a due pezzi, ecc… per carità: ci si abitua a tutto, ma questi sono pratici e pure belli! Quindi io sono libera e felice!
Chi ha passato del tempo in reparti di riabilitazione capisce che la dignità è altro. Capisce che cos’è la fortuna e che il CIC è libertà. Io ho i miei cateteri che ho scelto. O ne fanno dei migliori o niente.
Le donne devono imparare a migliorare la propria condizione, perché già la vita è spesso una sofferenza, il CIC non è una lesione alla dignità, quello sono gli schiaffi. Il CIC è libertà, facciamoci furbe!
Io sono malata, ma sono viva e allora vivo!
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